giovedì 10 settembre 2020

 

Bellezza, cultura e Natura ci fanno bene!                                      

Sapevi che la “bellezza” è un’esperienza emotiva che è stata misurata nella sua portata di “benessere”? Gli studiosi hanno osservato la riduzione di cortisolo del 60% su un campione di 100 visitatori che hanno raggiunto la parte più “alta” del Santuario di Vicoforte di Cuneo. Prima e dopo questa visita eccezionale che li ha portati a raggiungere la famosa Cupola ellittica, la più grande al mondo, essi sono stati sottoposti sia a una raccolta salivare che misura il livello di ormone dello stress (cortisolo)sia a un test psicologico che ne ha rilevato l’esperienza emozionale e spirituale   ( la loro passione per l’arte, il credo religioso, le credenze profonde di ciascuna persona).
La ricerca è stata condotta dal prof Grossi e suoi Colleghi in collaborazione con ASL di Cuneo.

Come possiamo spiegarci questa riduzione dello stress nel momento in cui si esplora un gesto di bellezza, d’arte; di connessione spirituale profonda?

Che cosa permette la riduzione del cortisolo del 60%?                         
L'esperienza emozionale psichica e fisica, produce un aumento di neuro-moulatori: dopamina, serotonina, ossitocina, endorfine che attivano il ciclo del BENESSERE. Infatti è proprio così che funziona il processo del benessere: quando il corpo, accompagnato dall’ esperienza psichica e creativo-spirituale, vive ed è attraversato da un atto di bellezza, quindi di pieno benessere. Una perfetta integrazione cervello-mente-corpo del nostro ESSERE UMANO.
                              

COME SPIEGARCELO?                                                                                                                                                                          Nei dettagli possiamo dire che le aree del nostro cervello ad esser coinvolte sono quelle che "parlano"il "linguaggio emozionale" che si esprime nella produzione artistica ; con l' immaginazione; attraverso la preghiera:        con esso le onde cerebrali profonde sono simili a quelle della sfera onirica (del sogno). In questa dimensione il loro flusso varia e sotto la loro influenza funzioniamo “differentemente”. In tal senso, qualsiasi spettacolo d'arte o della natura; della musica o della poesia, o di altri"spettacoli" di fronte ai quali siamo"spettatori"costituiscono un’esperienza integrata dei nostri sensi, completa del nostro essere.
Possiamo pensare che in essa si manifesti del tutto la resilienza, come nostra capacità di reggere e sorreggere sforzi in particolari momenti drammatici della nostra esistenza; ma anche nei "corti circuiti" quotidiani; nelle insoddisfazioni; nella inconsapevolezza; nell' "ignoranza" dei nostri Potenziali e Risorse.

Allora, oggi, dovremo chiederci, in un momento della giornata e ogni giorno, per 5 minuti o 1 minuto ," quanto la bellezza ha a che fare con il mio sentirmi, con il mio star bene".E "consapevolmente" restare in profondo ascolto



 ADDIO STRESS! E’ POSSIBILE?                                                                             


Chi non si é trovato mai in una situazione di forte stress? Per lo più, se andiamo a cercarne le cause, si arriva a trovare situazioni relazionali ed affettive; oppure di lavoro; o perché il corpo stesso è afflitto da una situazione  dolorosa dalla quale, per quanto se ne voglia uscire,  ci si sente come dentro a una morsa! E allora, lo stress di prima si aggiunge con lo stato d’animo, della fatica a stare nel malessere; se poi non siamo direttamente interessati, ci stressiamo perché la situazione tocca un nostro caro!
Situazioni in cui si desidererebbe la normalità: non andare via, fare un viaggio per scappare! No, semplicemente svegliarsi e come per miracolo realizzare che  tutto è tornato a posto, nell’ordine quotidiano delle cose!
Vivendo in prima persona questo stato di cose, ignoriamo che altri come noi hanno sperimentato l’esperienza e lo stato dello stress; che il nostro sistema intelligente ci invia dei segnali, appunto comunica, una risposta ad una situazione difficile, che sia una malattia o anche una situazione nella quale, da tempo, si sono accumulati strati di tensione, ansia e preoccupazione. Che il corpo è in grado di superare lo stress e la situazione che lo genera o che lo ispessisce.
MA COS’E? LO STRESS? PARLIAMONE!
Spessissimo accade che il solo pensare allo stress, stressi! E perciò, senza rendertene conto, è proprio in questo modo che  lo incrementi!Lo stress è una condizione di adattamento, ossia di risposta del nostro SISTEMA complesso cervello,mente, corpo: che, appunto, implica COME percepiamo quello che sta accadendo a noi , o a chi ci sta a cuore. Qualcosa di ben oltre a ciò che sentiamo:: ossia ciò che pensiamo, il senso e le emozioni che avvertiamo relativamente alla situazione che gioca a sfavore, o nostro, personale, o della persona che amiamo.
Lo stress inevitabilmente implica: uno stato di ansia che si genera  quando il nostro stato di equilibrio si altera: pensiamo semplicemente al nostro corpo così complesso come dicevamo che, tuttavia,  per considerarlo attraverso un semplice esempio, corrisponde esattamente al meccanismo di un’ auto  che acceleri e freni.
Allo stesso modo,  il nostro stato d’equilibrio subisce continue variazioni di accelerazione e di frenatura, e il suo stato appunto sta proprio in questo continuo dinamismo di accelerate e di frenature!  Un esempio semplice questo,  per parlare del nostro sistema nervoso autonomo (SNA) che si occupa del nostro stato di sonno e di veglia, di fame e di sazietà; della nostra fisiologia(della frequenza dei nostri respiri, del battito cardiaco, dello scambio tra anidride carbonica ed ossigeno nell’ atto respiratorio; della pressione arteriosa; della nostra temperatura e della tensione elettrica che i nostri muscoli generano  o della attivazione delle numerose ghiandole sudoripare delle quali il nostro corpo è costituito). Responsabile di tutte queste azioni è il nostro ipotalamo che comunica poi al nostro sistema endocrino di produrre gli ormoni utili che comunicheranno appunto con i nostri organi, con il nostro sistema di difese,  generando questa complessa rete di informazioni simultanee e fatte sia di feedback  positivi, sia di feedback negativi!
Pertanto noi dobbiamo pensare che lo stress sia una condizione adattiva intelligente che il nostro organismo nel tempo ha evoluto, attraverso i millenni con l’evoluzione che i nostri antenati hanno prodotto sino a ciò che abbiamo ereditato e soprattutto ai potenziali in via di sviluppo. Possiamo perciò pensare che lo stress, da un certo punto di vista, corrisponda proprio alla condizione evolutiva fondamentale rispetto alla richiesta dell’ambiente esterno e interno, che una volta adattata la risposta utile, determinano lo stato evoluto nel nostro organismo complesso. In altri termini, possiamo parlare proprio di stato evolutivo che, attraverso l’esperienza di stress, noi generiamo e che ci porta a rafforzare i nostri livelli di adattamento: possiamo parlare in tal caso di resilienza.
La Resilienza è la condizione nella quale pur rispetto alle avversità che in quel momento il nostro organismo vive, si sviluppa la capacità di reggere agli sforzi e quindi non solo di contrastare gli stimoli e la condizione stress, quanto di sviluppare stati superiori ad attivi. Noi definiamo tali abilità con il termine di coping, ossia modalità di risposta evolute. In termini più tecnici parliamo anche di eustress, il cosiddetto stress buono!
Dunque, buone notizie dal fronte dello stress: possiamo non solo sperare, quanto essere certi di poter trasformare una condizione di disagio e vulnerabilità  in uno di stabilità e di equilibrio.

martedì 24 settembre 2019
























QUANDO IL NOSTRO CERVELLO IMMAGINA, CIO’ CHE IMMAGINA DIVENTA REALE,
E' così che funziona! Sia che immaginiamo 'immagini' mentali che spaventano o preoccupano; o invece che danno fiducia e entusiasmo, o sicurezza. Immagini che il nostro cervello produce e rappresenta come se fossero ‘vere e proprie scene di film’ dei quali siamo registi e attori; sceneggiatori e comparse. Sia in scena diretta o dietro le quinte! E ciò che ci rappresentiamo nella nostra mente, poi, lo riproduciamo attraverso stati emotivi, pensieri e convinzioni; rispetto a quanto ci aspettiamo da noi stessi e dagli altri. Sulla fiducia stessa che queste rappresentazioni ispirano e producono; così come sul fare o non fare; cambiare o non cambiare!
Un aspetto interessante e utile da conoscere è che, a differenza di ciò che immaginiamo in modo positivo che traccia un percorso integrato tra le nostre emozioni, percezioni e cognizioni, mettendoci in uno stato di equilibrio e benessere, le immagini 'temibili' seguono invece una sorta di “scorciatoia” per la quale è come se immediatamente si venisse presi ‘in trappola’, senza saperne il motivo; ma incapaci di fare qualsiasi cosa per uscirne!
Se poi queste immagini sono frequenti e presenti nel proprio percorso mentale, esse possono alimentare stati di disagio emotivo e psico-somatico.
E noi cosa possiamo fare per alimentare stati di benessere ed equilibrio? Possiamo CAMBIARE le nostre immagini mentali per cambiare?

domenica 19 maggio 2019


C’E’ UN POST PER TE !
I post di Psicologia pratica della dott. Annamaria Agnano 

Estate! Il rimando è immediato: luce, calore; vitalità. E se poi, con le lunghe giornate, coincidono anche il relax ed il ristoro delle vacanze che ci attendono, non si può che declamare l’Estate come “la più bella” delle nostre stagioni.
Se è naturale sentirsene attratti, non è del tutto chiaro che ciò che ci attrae del ciclo estivo sia la stessa luce, l’energia, di cui siamo “fatti”, di cui le nostre cellule sono fatte e di cui si nutrono. Un’attrazione dunque inevitabile!
D’altronde, pensa semplicemente a quanto l’inverno scuro e privo di luce,  provochi malumore e malessere. Questo, per chi si occupi di stati depressivi, perché li cura, e per chi invece li patisce, è infatti, solitamente uno dei periodi più ricorrenti di essi.
E pertanto, l’estate è davvero la miglior stagione della nostra condizione psicofisica e relazionale, quando il sole, massimo integratore, governa le nostre giornate con la sua linfa vitale!
E dunque, pensando alla nostra Estate interiore, la vitalità, e alle Emozioni positive che
 la nutrono, voglio proporti un tema decisivo per godere di questo stato al massimo del benessere di vita: saper dire di no!

Quante volte succede nel corso della giornata, in situazioni più ricorrenti, quando vorresti esprimere un” no” secco ma te lo neghi! Vorresti ma non puoi e lo ingoi. E non vai avanti!
Perché?
Perché dall’ altra parte, c’è qualcuno e qualcosa che ti sta a cuore e che per te conta e in ogni caso, la posta in gioco è alta.
E che tu lo sappia o no,  le tue  emozioni negative comunicano al corpo quello che sta vivendo: E non è che un corpo intelligente possa far finta di nulla.: ogni parte del nostro sistema raccoglie e accoglie; se non si spiega, si piega, infine!

Lo stress emotivo è una condizione che alle lunghe costruisce dal pathos il patologico! E l’ansia è un percorso vitale, un fiume della vita che scorre nel suo naturale corso, ma che se si ingrossa, allora tracima e dilaga  dentro!
Noi chiamiamo questa situazione “conflitto interno”: un contrasto che genera emozioni di frustrazione  ed incertezza; si entra in uno stato di stress, perciò di instabilità e squilibrio.

*Un importante studio americano e tedesco pubblicato da Bruce McEwan della Rockfeller University nel 2003 sulla rivista scientifica americana più eminente, ha dimostrato che come le emozioni  negative comunicano con la cellula immunitaria  e mandano in tilt la sua risposta In presenza di una proteina che le trascrive il segnale emozionale stressor direttamente...



 Saper dire dire di no.      
D’altra parte, l’assertività si oppone a questa condizione ”oscura”: Se sei assertivo, o meglio, se ti metti in una posizione “assertiva”, dici di no; esprimi liberamente il tuo sentire ti dissoci  e ti sottrai! E le tue cellule respirano, si nutrono e  ti fanno sentire bene.
In fondo, se ci pensi bene, la libertà cos’è se non potere esprimere semplicemente il tuo disaccordo? Dire di no è la tua scelta!
 Ma non  è così semplice: la libertà può costare cara!
Perché per farlo devi fare i conti con una realtà che può essere tosta: quali conseguenze ti attendono? Che succede  dopo se ti neghi? Cosa perdi se dici no? E cosa guadagni dal rinunciare al tuo si? 
E qual è il magma che tiene e trattiene questa inarrestabile rinuncia? In  fondo in fondo , a pensarci bene, cosa regge e sorregge i tuoi tanti sforzi se non  bisogni semplici e lodevoli: essere amati e desiderati, affermarsi!
Dunque per non rinunciare alla libertà di un no, accettare di rinunciare al proprio Sè?

La rete delle relazioni ci avvolge e coinvolge da sempre: quando piccoli e da grandi.  L’amore e la considerazione altrui ci restituiscono chi siamo: la nostra persona.
Uscire dal cerchio magico dell’approvazione dell’altro ci apre ad un precipizio; è oltremodo impossibile!
Ma nel tempo che segna le nostre stagioni interiori,  la rinuncia al proprio Sé che si rinnova ogni volta che non ti esprimi e ti reprimi, rimarca solchi profondi di assenze e di vuoti incolmabili. E continuare ad ignorare quell’energia che  si oppone e che vuole incanalare sé nell’altro, per porsi ed esserci, per quanto ancora accettarlo?

A questo punto è chiaro che siamo nel dilemma  cui le relazioni ci aprono: noi o gli altri?

Seppure è dura dire di no…è peggio dire di no a se stessi!
E allora come uscirne se si è in una altalena del questa o quella scelta, che poi è diventata un dilemma? Come saltarne fuori se inevitabile, un dialogo interiore fatto di domande e risposte che sempre riportano al dilemma. Una strada senza uscita! E cosa si fa in una strada senza uscita? Si cerca una via di fuga:..COME? 

Nel silenzio, attraversandolo!
Il silenzio come superamento della parola, oltre la parola! Se la domanda incessante sfinisce, tu la finisci smettendo di risponderle.
E nella non risposta oltre la parola, la domanda si esaurisce e tu, a quel punto,  saprai cosa è meglio per te.














mercoledì 6 marzo 2019









RISVEGLI DI PRIMAVERA CHE IL CUORE SA
Quando pensiamo alla primavera, solitamente, sentiamo come una sorta di fremito del risveglio. E difatti, associamo alla stagione primaverile il risveglio stesso del  nostro corpo e dei sensi:  l’energia primaverile diventa la fonte della nostra stessa energia rinnovata. E dunque a proposito di risvegli e di rigenerazione dell’energia, oggi parliamo di cuore e lo facciamo con risultati scientifici alla mano che ci dimostrano come Il nostro cuore è capace di “risvegli” sempre ed in ogni stagione.

 LA MATEMATICA DEL CUORE
Attraverso la lunghissima esperienza di studio e ricerca realizzata dall’Istituto californiano Heart Math (letteralmente “matematica del cuore”), sono stati comunicati e diffusi rilievi misurabili sulla complessa attività cardiaca che il cuore genera.  Il cuore è a tutti gli effetti un cervello e parla come il cervello: attraverso 40 mila neuroni che producono un ormone antistress, l’ossitocina. Un’attività nervosa cardiaca che può arrivare a coinvolgere anche 120mila neuroni impegnati in un lavoro straordinario, in grado di generare stati di benessere e salute che corrispondono alla “resilienza”.  Uno stato fluido di benessere ma anche di vigore e resistenza. Infatti, resilienza  è riferita come “la capacità del nostro organismo di saper  reggere agli urti e alle avversità della vita. E ad evolversi”.

IL CUORE E’ UN CERVELLO RAFFINATO CAPACE DI RACCOGLIERE  INFORMAZIONI  DAL NOSTRO CORPO, DALLE NOSTRE EMOZIONI E TRASMETTERLE AL NOSTRO INTERO SISTEMA.
Questo tipo di attività così complessa è in grado di attivare una farmacia interna potente per cui possiamo pensare che la nostra salute non sia semplicemente il non essere malati, quanto uno stato, una condizione, di benessere e di potenza  vitale. Duratura, presente come un potenziale  che si può attivare in qualsiasi momento, anche in situazioni “negative”. Un cervello potente quello del cuore,  che ogni giorno ci mette in una costante leggerezza ed energia verde con le emozioni positive. Infatti , la ricerca realizzata presso l’ Heart math center, ci ha dimostrato come le emozioni positive quali la gratitudine, il valore di sé, la comprensione e compassione, l’amore; la fiducia; ma anche i ricordi belli di esperienze positive, mettono il cuore in una funzione di “coerenza cardiaca.

CHE COSA INDICA LA COERENZA CARDIACA?
E’ una funzione che corrisponde alla variabilità dell’intervallo tra un battito cardiaco e l’altro: questa variabilità, se regolare attraverso onde dette sinusoidi”, mette il cuore in una condizione di massima funzionalità, producendo con tali onde sinusoidali  un campo elettromagnetico che  ossigena potentemente il cuore, arriva al cervello ed al cervello enterico (il terzo cervello intestino). Il cuore senza sforzi e rapidamente,  invia segnali al cervello per modificare le reazioni di stress che il corpo vive.
Questo campo elettromagnetico non è limitato al nostro corpo ,ma lo attraversa e si amplifica al suo esterno, arrivando agli altri con cui siamo in relazione. In  questa  condizione ottimale di variabilità cardiaca ( HRV è la misura di variabilità della frequenza  cardiaca, ) le cellule del cuore si comportano esattamente come cellule nervose: ecco perché il cuore è un cervello assai raffinato, che è in grado di produrre, con la sua comunicazione sinusoidale, un ormone assai prezioso per il nostro organismo: l’ossitocina. Detta anche ormone della maternità perché l’ossitocina apre il parto al momento della nascita ; ma anche ormone dell’amore prodotto nell’ amplesso erotico. La scoperta però oggi va ben oltre! Sappiamo anche che quando il cuore è ben ossigenato dalle onde sinusoidi, produce questo ormone antistress che genera un pieno benessere e vigore:  in tale condizione viaggiamo fluidi, concentrati e carichi di energia vitale. Fantastico, vero?

COSA SUCCEDE PERO’ SE IL CUORE NON SI TROVA IN QUESTA CONDIZIONE? E’ CAOS CARDIACO!
Se siamo preoccupati, intimoriti dalle cose che non vanno come vorremmo, se proviamo  emozioni negative come paura e rabbia, con gli effetti che esse ci portano (risentimento, rivendicazione, frustrazione) entriamo in stati di squilibrio emotivo e quindi di ansia e stress del corpo: è in questa condizione che il cuore riduce la sua variabilità ed entra in “caos cardiaco”. Che intercetta immediatamente il nostro respiro: entriamo in apnea. E poi, in una escalation che aumenta la condizione di stress e della nostra risposta allo stress, entro un circolo vizioso pericolosissimo. Dal momento che è così che si costruiscono strati di accumuli di stress verso condizioni progressive patologiche: quanto più pericolosi quando spesso silenziosi. Pensiamo soltanto all’’infarto che diventa mortale quando non dà alcun segnale di dolore cardiaco.

Quando il cuore respira, ci fa respirare , ci ossigena e ci fa modificare lo stato di stress, ma solo e soltanto se lo addestriamo : mettendolo in stati emozionali positivi; ricercando immagini mentali con bei scenari; senza più cercare ragioni personali per cambiare. Cambiare, infatti, sembra proprio diventata una possibile decisione: piccola e semplicissima. Puoi decidere in pochissimi minuti di cambiare rotta ed invertirla: dal quotidiano che ti delude; da ciò che desideri e che non arriva; da aspettative senza prospettiva; persino oltre alla tristezza che provi per ciò che ti manca. Ed invece, intraprendere la strada del cuore: affidarti al suo respiroChe non vuol dire” rilassati”, “medita”, “combatti lo stress”.                                                                 
Il piccolo e semplice imperativo sta nel “concentrati sul respiro e cambialo! In un minuto o poco più : respira attraverso il diaframma ; con la respirazione bilanciata. Entra nell’ equilibrio che il nostro cuore ben conosce, perché antiche memorie di questo equilibrio, lui le ha! Dobbiamo solo imparare a fermarci e farci guidare dalle sue onde.                                                            

Ti ha interessato questo tema? Puoi approfondirlo scrivendomi; segui mio ind.mail :annamaria.agnano@gmail.com

mercoledì 28 novembre 2018

LOTTARE CONTRO LE AVVERSITA'? SI, MA SE NE SONO TROPPE?






LOTTARE CONTRO LE AVVERSITA'...!...SI, MA SE NE SONO TROPPE?




Arrendersi, lasciarsi andare! Dopo che si son provate tante strade per uscirne da una crisi lavorativa? Oppure personale?  O forse conflittuale? Ma quale che la crisi sia, riguarda te e la tua persona. Perché se ne parli con gli altri, amici e parenti (di cui ti fidi!), mal che vada ti prendi una dose di incoraggiamento. "Non dire così...dai che poi passa... non fare così, reagisci, forza!"
"Già"Tanto voi non siete al mio posto....Provate a mettervi nei miei panni!" Vorresti dirglielo, e poi però pensi "meglio stare zitti... magari mi limito a pensarlo tra me e me. Se no, finisce anche che si offendono!"
Magari non ne parli per niente e con nessuno! Perché "sei uno/una che se la cava"...E 
se la deve cavare da sé, perché è così che è sempre stato! "Sei li a ripeterti che ce la 
devi fare; che devi andare avanti, a testa alta...anche se intimamente la testa "è giù"con tutte quelle cose che ti portano giù giù, come in un vortice ...Non le vorresti.
Non era così fino a qualche tempo fa. Forse soltanto ieri non te lo saresti nemmeno immaginato...Ma oggi? Non funziona.  E tutti quei corsi? Ricerca la tua autostima; Cambia la tua vita; Le 10 regole del successo! Se non vinci, non vale!  Devi solo provarci! C’è un leone dentro di te, risveglialo!...:(
 Belli! Interessanti… Illuminanti… Senonché oggi neanche quelli contano per lo stato in cui ti trovi. Parole parole parole bla-bla bla-bla... L'unica domanda, potente, che passa è semplicemente”  E ora che faccio?”. Perché ti rendi conto di essere come in una trappola, una stanza con la porta blindata... che se non hai la chiave giusta, non  esci!
Un topo in trappola... Hai sempre pensato di essere una persona razionale oppure  una persona d’azione. Ora però le cose ti appaiono diversamente. Adesso, ciò che ti sta capitando è davvero troppo. Che succede? E cosa succederà, soprattutto...

Vediamo un po’ che cosa bolle in pentola…
1)     La verità è che le nostre emozioni hanno ragione e non possiamo ignorarlo né costringerle perché diventerebbero come un gatto chiuso dentro ad un sacco che se tu hai tenuto stretto non appena si apre un piccolo foro, schizza fuori e ti graffia! Eppure è proprio questo che facciamo quando abbiamo a che fare con le EMOZIONI. Le razionalizziamo...Le traduciamo in una lingua intraducibile ed impossibile, dato che il linguaggio che esse parlano non è certo quello della ragione!
2) Infatti, il secondo punto è questo: come incoraggiare o accettare questo stato 
“  emozionale” se non conosci il suo linguaggio? Ossia i modi per parlare di emozioni. D’altronde le emozioni non parlano, le emozioni si sentono: nel corpo che vibra e si tende, Nella muscolatura che si contrae; nel respiro che si accorcia e che manca; nel cuore che batte forte come un cavallo che scalpita! Quando non lo vorresti le senti nelle braccia, nelle gambe; nella testa e attraverso i muscoli della tua faccia, quando esse parlano per te agli altri che le vedono, espresse e stampate sul tuo viso.
 Parlarne, poi, agli altri? Complicatissimo! Il rischio è il conflitto, perché se taci si vede ciò che pensi e se tu esprimi, il risultato viene da sé.
3) Il terzo punto è che non è possibile affrontare le emozioni se non hai gli strumenti giusti.
Renditi  conto che non potrai mai affrontare le emozioni se non hai le chiavi giuste 
per aprire la porta"blindata" a questa dimensione emozionale fondamentale e sulla quale, in certe situazioni, non hai nessun tipo di potere... L'unico potere che hai è quello di "scoprire" che ci sono, per così dire, degli attrezzi utili per affrontarle... Come  istruzioni per l'uso. 

 4) Attrezzi per affrontare le emozioni: istruzioni per l’uso.
Prova ad immaginarti un percorso stradale nel quale, ad un certo punto, ti trovi davanti ad un semaforo rosso. Secondo il codice della strada tu hai appreso che  è un segnale di arresto. Bene, il codice emozionale stabilisce che un’emozione  “ forte “, come per esempio la rabbia, sta ad indicare un semaforo rosso. Esattamente come allo stop che ci diamo riconoscendo il colore rosso: allo stesso modo bisogna fermarsi e chiedersi "cos’è che tiene fermo il percorso? Che senso ha quel " semaforo rosso": che significato ha per me? Che tipo di messaggio mi sta veicolando la rabbia con le sue tensioni e vibrazioni del corpo, delle braccia, della faccia contratta ed arrossata “ infuriata “. Cosa bolle in pentola? 
Quello che devi chiederti è perché stai provando quella emozione. Dove ti vogliono portare queste messaggere, a quale svelamento, a quale scoperta?

5)Sentimentalizzare:la chiave giusta per comunicare con le emozioni.
Certo è che tu non potrai mai smettere di sentire che in 12 millesimi di secondo la rabbia ti potrebbe portare via come un fiume in piena! È però anche vero che oltre, ad un livello più alto, le emozioni sanno entrare in relazione, per così dire, parlano con la ragione, con le cognizioni; con i ricordi, con l’attenzione e la concentrazione:ossia con altre attività della tua vita mentale. Ecco, è in queste circostanze che possiamo diventare sentimentali: ossia guardiamo le emozioni, le osserviamo, ci facciamo delle domande su di esse; sul loro significato;sui messaggi che ci vogliono dare e quindi, in questa parolina "sentimentalizzare", c’è un mondo potenziale da esplorare e del quale prendere consapevolezza. 
Allora, se è vero che ancora quelle emozioni ti arriveranno in quei fatidici 12 millesimi  di secondo, e anche tuttavia vero, che nello stesso momento o in altri momenti, avanzerà il ricordo dei sentimenti provati . E quindi, da un’altra parte ed a un livello più alto, questa esperienza percettiva avanzerà insieme a quell’ emozione. Ed allora, il confronto tra queste due esperienze potrà ridurre l’intensità della rabbia e del risentimento.
 Apprendiamo così che emozioni e sentimenti sono il nostro patrimonio umano e relazionale che ci permette di aumentare la nostra intelligenza emotiva e relazionale: ossia la capacità di risolvere i problemi e rafforzarci attraverso le relazioni con gli altri...Nel nostro mare in tempesta. Diventando noi stessi come marinai che quel mare in tempesta, lo governano.

;) Continua a seguirmi...

mercoledì 21 novembre 2018

"Quando arriva l’inverno per fare Ben Essere, la psico*nutriment*azione".




Quando nutrirsi è meglio che mangiare
Quando ci riferiamo alla alimentazione, dobbiamo considerarla da più punti di vista: dal punto di vista nutrizionale calcoleremo il valore dei “nutrienti” contenuti nel cibo, con il Processo metabolico che li trasforma per garantire l'ENERGIA VITALE al nostro organismo. 
Oltre all'alimentazione che ci nutre e che nutre il nostro sistema immunitario, le difese del nostro Psico-Organismo sono attivate da altre fonti nutrizionali. E vediamole!

Come nutriamo il nostro Sistema "CorpoCuoreMente"
Di fatto, quando parliamo di nutrizione, dobbiamo pensare alla parola "nutrizione" in tutta la sua ampiezza e pienezza, riferendola alle Relazioni attraverso le quali facciamo esperienza della vita sin da subito, come esseri umani che si formano in grembo materno. Infatti è così che tutti noi veniamo al mondo:attraverso questo ambiente con il quale entriamo in relazione. La Relazione si attiva e prende"corpo"da subito, attraverso la prima formazione in grembo materno
Le relazioni  costituiscono i nutrienti di base, cioè fondamentali alla formazione del nostro "ESSERE": fondamenti "affettivi e cognitivi" dei quali non possiamo fare a meno. Per meglio dire, le relazioni ci nutrono e promuovono la nostra Salute emotiva e cognitiva; la nostra intelligenza emotiva.Il nostro  benessere ed equilibrio dei quali siamo potenzialmente  "portatori “sani”.
C’è, infatti, un processo del nostro sviluppo evoluto che ci dispone a realizzare il nostro potenziale: a condizione, tuttavia, che veniamo “nutriti” nei modi equilibrati, ossia che ci garantiscano lo sviluppo  delle sostanze vitali che producono ENERGIA AFFETTIVA  MOTIVAZIONALE.

In quanti modi dunque ci nutriamo? Ma, soprattutto, in QUALI modi? 
Gli stimoli che accompagnano la nostra esperienza di mondo ai quali veniamo disposti comunque nell’ arco della nostra vita, possono essere ricchi: perciò favorire i fattori del nostro stare bene, sprigionando la potenza dei potenziali messi in pratica; ma possono essere anche poveri, ossia impedirci di raggiungere la realizzazione di aree di potenziali di cui siamo portatoriPensiamo alle emozioni! Quanto esse favoriscono il nostro benessere e vitalità! Nell'approccio multidisciplinare , ossia di discipline differenti che si confrontano e collaborano, è stato dimostrato e divulgato da molti di studi che lo confermano. Molti altri studi accertano però anche il contrario!

Quanto possono mal nutrirci le nostre emozioni? 
Quando producono ansia ( l'ansia è un disturbo delle emozioni), le nostre emozioni, quali rabbia e paura, sono la causa di un tipo di stress molto temuto, quello psichico: non solo esse riducono le nostre difese "psicologiche". Il danno che esse fanno è quello di influenzare il nostro sistema immunitario, disponendoci così alla malattia. Se poi realizziamo che cervello, cuore ed intestino comunicano in un Sistema di sotto-sistemi ( cervello, cuore ed intestino appunto ), allora ci rendiamo conto del circolo vizioso del malessere.
L’ansia prodotta da emozioni rabbia e/o paura arriva direttamente al nostro corpo attraverso una scorciatoia che il nostro cervello emotivo (cervello arcaico) immediatamente segnala al corpo. Procurando una risposta adrenalica (dell’adrenalina) ed ormonale cortisolica (del cortisolo) :in questa condizione, lo stress emotivo prolungato è in grado di far saltare la risposta immunitaria, perciò siamo più pronti ad ammalarci, a soccombere a queste ”tempeste emotive”.
In tali casi non vale nessuna ragione o ragionamento: senza sapere il ”perché”, noi proviamo l’emozione assoluta, in tutta la sua irruenza:un fiume in piena che allaga e dilaga e tracima! Dentro di noi e fuori nelle relazioni con gli altri!

Ma il Cuore ci preserva!
Possiamo “imparare” a trasformare la risposta emotiva dell’ansia? Ad agirla senza subirla?
Si che possiamo! La scorciatoia “strategica” della scorciatoia del cervello emotivo, sta nel ricercare la coerenza del nostro cuore. Imparare a “comunicare”, semplicemente a parlare, con il nostro cuore. Nel modo più elementare possibile!
Imparando a re-impostare il nostro RESPIRO.
Ritornare a considerare i due importanti momenti, le due fasi, della respirazione: inspirazione ed espirazione.
Concentrandoci sulla inspirazione fonda e profonda e sulla espirazione fonda e profonda, siamo in grado, anche in una manciata di secondi (opportunamente allenati!), di rientrare nella “coerenza cardiaca”. Il cuore regola il suo battito con un’onda regolare.
Concentrarsi sulla respirazione fa cambiare il nostro percorso emotivo: l’emozione riprende a comunicare con la neocorteccia, il nostro cervello nuovo evoluto. Così facendo, ci mettiamo in contatto con le ragioni e le motivazioni di quella emozione; ne esploriamo gli aspetti ”sentimentali”; ragioniamo sui nostri “sentimenti”.
 E questo è un atto completo e coerente, che fa comunicare cervello corpo e cuore: riprende il percorso evoluto che viene consegnato a ciascuno di noi quando “conosciamo”. La coscienza( consapevolezza) ce la giochiamo tutta lì in quella messa in pratica della conoscenza.

Note dell’autrice: la divulgazione è una modalità cui mi ispiro da molti anni per realizzare un Progetto di cura e sviluppo dei fattori della Salute ed Equilibrio Emozionale come base per la Salute della Persona.
Il mio ultimo libro “Nutri*Ment*Azione, il segreto della vitalità sta nelle Difese psicologiche insieme a quelle immunitarie”, scritto in collaborazione con l’Immunologo Angelo M. Di Fede, è una semplice ma anche efficace carrellata degli ultimi 3 anni di conferenze; incontri e workshop di PsicoImmunologia realizzati insieme .
Il lettore interessato al libro può richiedere info al mio ind.post: annamaria.agnano@gmail.com